Roger Rama racconta

Il progetto nasce sul mio pad, come divertissement. All’inizio bizzarri loop, spesso in tempi inusuali, tipo 6/8, per il genere di produzioni elettroniche che sono abituato a gestire; scommesse di stesure improbabili, dove il rispetto canonico delle parti strofa, ponte, ritornello non è contemplato e l’evoluzione del brano è spontanea e casuale....carillons malfunzionanti, che saltavano le parti, pur nella loro ciclicità. Eppure alcuni di questi esperimenti avevano una loro fluidità, una sorta di melodia canticchiabile emergeva nella mia testa ascoltandoli...ho cominciato a cantarli (sic!) e a provare a fermare su carta le frasi che l’atmosfera mi suggeriva. Sono nati dei testi più simili a una sorta di poetry slam che a strofe di una canzone, ma si adattavano appunto alla eccentrica stesura delle parti strumentali. Quindi zero rispetto della forma canzone, non per sfida delle convenzioni, ma per caso.. parto della mia immaginazione non lineare e onirica.. Ora l’ambizione, a questo punto del mio percorso professionale, era quella di presentarmi in veste di autore, compositore e produttore artistico per conto di qualcuno che accettasse la sfida di interpretare con il suo stile personale e le sue competenze professionali il mio materiale, sentendolo in parte almeno suo quanto mio, dal momento che si trattava non solo di eseguire delle canzoni, ma di inventarsi il modo stesso in cui dovevano essere cantate, una esecuzione generativa che avrebbe dato come risultato un brano inedito, con una sua fluidità; come se rispettassimo i succitati canoni che invece avevamo infranto fin da subito pensando canzoni che non seguono la stesura tipica e testi che rimandano alla poesia di strada più che all’alternanza strofa-ritornello. Una magnifica interprete - Fé Avouglan - con la sua preparazione in ambito lirico, che la porta ad eseguire i classici del genere sui palchi dei teatri, accetta la sfida di cantare questi Haiku Techno da me composti (peraltro le sono profondamente grato per essersi prestata alla scommessa, dato che abitualmente frequenta Autori veri e universalmente riconosciuti, quali Mozart, Bizet, etc..e ha deciso di coadiuvare me nel mio giochino). Ha scelto uno stile più confidenziale, cantabile in scioltezza, ideale per interpretare i testi che sono come dei flussi di coscienza rivelati.. riflessioni e ragionamenti più che dichiarazioni.. delle ballate accennate, delle ninnananne. Occasionalmente fa capolino il suo stile classico e potente, come a evocare palcoscenici vuoti dove ancora aleggia il riverbero delle arie eseguite.Principalmente piccole melodie che emergono quasi inconsciamente, gorgheggi, mai manieristi, che trapelano dalla sua naturale formazione e che arricchiscono senza appesantire il progetto. Il progetto aspira alla qualità, e quindi è stato necessario avvalersi della collaborazione di un talentuoso musicista e produttore e, soprattutto, migliore amico, Diego Perrone, il quale ha suonato i bassi e le chitarre (maledicendo la mia creatività sperimentale che lo obbligava a eseguire diteggiature improbabili sul suo strumento) e ha gestito con me i problemi della produzione e del mastering (litri di caffè e portaceneri pieni)... sempre grazie. Ed eccoci qui, buon ascolto. Roger Rama

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